«Bene, ho sempre pensato che l'arte è una menzogna, una menzogna interessante. E continuerò a credere a questa menzogna e a cercare di immaginare un mondo che la renda vera… come sarà quel mondo e cosa deve succedere perché passiamo di qua a là». Così parlò Brian Eno, in epoca glam tastierista dei leggendari Roxy Music, poi profeta dell'elettronica, più tardi ancora produttore che porta al successo planetario Talking Heads e U2, oggi per sua stessa ammissione «musicista non musicista». Di esperimenti in vita ne ha fatti così tanti da riempire almeno tre biografie e, siccome è «uno che detesta annoiarsi», da una ventina d'anni si è dato anche alla video-arte.
Il Museo Madre di Napoli dedica spazio proprio a quest'ultimo aspetto della produzione di Eno ospitando, fino al 15 settembre, nella sala polivalente e nel cortile i progetti di musica e immagini "Surrender lounge proposal: 77 milion paintings e «Aurelia», nati dalla collaborazione con Opal Ltd London, Wom Record, All Saints Records e Lumen London Limited. Si tratta di un'occasione ghiotta, offerta a chi in Italia ama l'autore di «Before and after science», per entrare in contatto diretto con la sua ricerca nel campo delle arti figurative. Ricerca tutt'altro che velleitaria, se consideriamo che è già stata celebrata addirittura da istituzioni dell'arte contemporanea come il Moma di San Francisco. Con la videoistallazione «Surrender lounge proposal: 77 milion paintings», Eno connette all'infinito sequenze di suoni e immagini, attraverso tutte le possibili combinazioni gestite da un software. Il processo di costruzione dei flussi di immagini trae origine dalla digitalizzazione di circa 360 dei suoi dipinti astratti, in seguito suddivisi in algoritmi e poi tradotti in numerose sequenze visive collegate ai suoni. Il suono accompagna la forma dell'immagine e viceversa, in un processo senza soluzione di continuità che dà vita a creazioni che si rinnovano continuamente, assicurando in ogni momento l'unicità dell'uno rispetto all'altra. Settantasette milioni è il numero di tutte le possibili combinazioni tra le immagini e i suoni. Novemila sarebbero gli anni necessari per guardare l'intero show e diversi milioni quelli per poter contare tutte le combinazioni che è in grado di creare. Attraverso «Surrender lounge proposal: 77 milion paintings» Eno trasforma la sala polivalente del Madre in una vera e propria foresta artificiale: 5 grosse betulle in pvc sospese al soffitto si alternano a grandi coni in vermiculite. Sul fondo una quinta autoportante in legno ospita 12 monitor intenti a produrre i 77 milioni di immagini. I suoni vengono diffusi da 6 ghettoblaster, grandi radio portatili posizionati sulle pareti laterali della sala. Il cortile interno del Museo ospita invece «Aurelia», installazione sonora basata sui rintocchi prodotti da 8 campane non sincronizzate. Le vibrazioni, diffuse attraverso 8 ghettobluster, si sovrappongono ad intervalli regolari (da 20 a 30 secondi), creando un armonico eppure stonato intreccio di diverse sonorità che si liberano nello spazio aperto del cortile.

Brian Eno, "Surrender lounge proposal: 77 milion paintings"/ "Aurelia"
Napoli, Museo Madre, dal 23 giugno al 15 settembre 2008
Orari: dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 21.00; sabato e domenica ore 10.00 – 24.00. Giorno di chiusura : martedì
Ingresso: intero euro 7; ridotto euro 3,50
Per informazioni: 081 19313016
www.museomadre.it

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